Com’è fatto un pneumatico cinturato? È differente dalle altre tipologie e se sì, in che cosa? Una gomma cinturata differisce dagli altri tipi a livello costruttivo, cambia infatti la composizione della copertura. Di base questi pneumatici hanno una carcassa che presenta fili disposti in diagonale, come nelle gomme che potremmo definire convenzionali, ma in più presentano un rinforzo a intreccio al di sotto del battistrada, con un’angolazione di 15° rispetto alla direzione della rotazione del pneumatico. Tale intreccio viene detto anche “cintura” e incrementa la rigidezza della struttura, offrendo al contempo maggiore resistenza agli urti e una minore deformabilità della gomma alle elevate velocità. Un insieme di caratteristiche che migliora la resa prestazionale, avvicinandola alle performance delle coperture radiali, derivate dalle corse.
Che differenze ci sono fra pneumatici convenzionali, radiali e cinturati?
La disposizione dei fili della carcassa delle gomme convenzionali – in diagonale, come abbiamo visto in precedenza – permette una maggiore rigidità e resistenza, ma rende le coperture meno performanti alle alte velocità in confronto a quelle radiali, nelle quali la struttura dei fili è trasversale rispetto al senso di marcia. Questo tipo di costruzione è derivato dai pneumatici da corsa e consente di ridurre gli attriti interni e di distribuire in maniera più omogenea le deformazioni che si generano a causa del rotolamento. Ciò garantisce un miglioramento delle performance, ecco perché le gomme di tipo radiale sono impiegate in ambito racing e montate sulle vetture sportive. Nei cinturati la disposizione è diagonale e la cintura posta al di sotto del battistrada permette di migliorare le performance alle alte velocità, compensando il principale difetto della struttura diagonale.
Come riconoscere un pneumatico cinturato?
Sulla spalla del pneumatico, fra le altre informazioni presenti, è possibile trovare anche le indicazioni circa la struttura della gomma: i cinturati possono essere identificati attraverso la lettera B, che sta per “belted”, traduzione appunto di “cinturato”. Oltre che sul fianco della copertura, tale indicazione è presente pure sul libretto di circolazione del veicolo, individuare dunque di che tipo di gomma si tratta risulta abbastanza semplice. Prima dell’acquisto, questa caratteristica può essere verificata tramite la scheda tecnica del pneumatico oppure chiedendo maggiori informazioni al proprio gommista. Bisogna tenere presente che la cintura di rinforzo dei pneumatici cinturati non li rende rinforzati, poiché in questo caso l’irrobustimento riguarda anche i fianchi, per rendere le gomme maggiormente adatte all’utilizzo off-road, nel quale sollecitazioni ed elementi che possono danneggiare la gomma sono superiori e più frequenti, proprio per via della tipologia di percorsi, resi insidiosi dalla presenza di pietre, radici e altri corpi potenzialmente pericolosi.
Qual è il pneumatico cinturato più famoso?
Quando si pensa a pneumatici cinturati, il primo nome che viene in mente è Pirelli, che ha dato proprio questo nome alle sue gomme dotate di struttura di rinforzo. La definizione Cinturato compare sul fianco delle coperture di questa tipologia e lo si può leggere anche nelle gomme impiegate in Formula 1, per la precisione su quelle intermedie e full wet, ovvero da pioggia. Un connubio inscindibile tant’è che molti automobilisti sono portati a pensare che i pneumatici cinturati siano un’esclusiva del marchio italiano, ma come abbiamo visto non è così: la definizione si riferisce proprio al tipo di costruzione e dunque le gomme cinturate non sono solamente quelle griffate col marchio Pirelli, sebbene sin dal 1963 esista sul mercato il Cinturato Pirelli. Il brevetto è addirittura precedente, dato che nel 1952 venne presentato il Pirelli Cintura, antenato degli attuali Cinturato che ancora oggi sono presenti nel catalogo dell’azienda fondata a Milano.
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