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Gomme auto: elemento chiave per la sicurezza al volante

Pubblicato in Consigli, Pneumatici da , martedì 3 maggio 2022 0

L’importanza delle gomme auto per la sicurezza sulla strada si può dedurre da un elemento piuttosto evidente: rappresentano l’unico punto di contatto fra la vettura e l’asfalto, inevitabile dunque che dalla loro efficienza dipenda il comportamento del veicolo e le sue reazioni, in modo particolare quando l’aderenza è critica (ad esempio in presenza di pioggia abbondante oppure di neve sul fondo stradale). Le performance dei pneumatici sono legate in primo luogo al loro stato di salute, ecco perché la manutenzione di questa componente è fondamentale per poter viaggiare sicuri quando ci si mette in auto, in tal modo infatti si potrà contare su gomme efficienti capaci di garantire sempre il necessario grip sull’asfalto, a prescindere dalle condizioni che si incontrano.

Sicurezza Pneumatici

Sicurezza pneumatici: quali parametri considerare

Affinché possano offrire tutta la sicurezza di cui si ha bisogno, i pneumatici devono essere al massimo delle performance, ma quali parametri si devono considerare per ritenere una gomma in ottima salute? Tra gli elementi che un automobilista deve controllare in maniera periodica rientrano la profondità del battistrada e la pressione di gonfiaggio. Un altro aspetto cruciale è poi l’età della gomma, poiché oltre all’usura bisogna tener conto pure dell’invecchiamento dei materiali, che comporta inevitabilmente una diminuzione delle prestazioni con l’andare del tempo. I controlli periodici fanno parte della manutenzione ordinaria che è un fattore chiave per avere a bordo sempre gomme sicure e performanti, inoltre possono garantire anche un risparmio economico, poiché pneumatici ben tenuti assicureranno un ciclo vitale più lungo e quindi sostituzioni meno frequenti, a tutto vantaggio del portafogli (in modo particolare quando il budget da destinare alle spese auto non è florido).

La profondità del battistrada

Che cos’è questo elemento? Si tratta dello spessore degli intagli presenti sulla superficie della gomma, che per legge deve essere superiore a 1,6 millimetri; la profondità delle scanalature è essenziale per consentire il corretto smaltimento dell’acqua in caso di pioggia e permettere così alla gomma di non perdere contatto dalla superficie stradale, evitando il pericolosissimo effetto aquaplaning. Coperture consumate rappresentano un grosso rischio, perché viene a mancare il grip sufficiente e la scarsa aderenza può portare più facilmente alla perdita di controllo del veicolo, anche in situazioni apparentemente facili da gestire per chi si trova al volante. Si misura con un apposito strumento valutando appunto la parte più esterna del battistrada e il punto più profondo della scanalatura: se il valore registrato è superiore a 1,6 millimetri, è possibile continuare a circolare, in caso contrario bisogna provvedere alla sostituzione delle gomme in quanto eccessivamente usurate.

Su quali aspetti incide lo spessore del battistrada?

Un battistrada consumato in modo eccessivo (oppure in maniera non uniforme, fattore che segnala altre problematiche) perde efficienza in qualunque condizione e tale calo nelle prestazioni si amplifica quando la superficie stradale non è asciutta. Si possono verificare dunque perdita di aderenza anche a basse velocità, scarsa tenuta di strada in curva, minore maneggevolezza del veicolo, una riduzione della trazione e l’allungamento degli spazi di frenata. Tali effetti aumentano con l’avanzare del consumo delle coperture, ecco perché bisogna provvedere il prima possibile alla sostituzione dei pneumatici usurati, in quanto con l’andare dei chilometri diminuirà la sicurezza che possono garantire al guidatore. In particolare, bastano anche solo 1 o 2 metri in più per arrestare il veicolo per rendere critica la fase di frenata, con tutti i pericoli che questo comporta soprattutto sulle strade di tutti i giorni, quando siamo circondati da altri mezzi di trasporto.
A tal proposito qui puoi leggere un nostro articolo che indica i migliori pneumatici per durata di battistrada.

L’età delle gomme

Non c’è soltanto l’usura fra i “nemici” delle gomme, ma anche l’età; pensiamo al caso di quegli automobilisti che usano poco la vettura, dopo qualche anno i pneumatici appaiono comunque in condizioni perfette esternamente e risultano integri, tuttavia il tempo che scorre è un nemico subdolo perché riduce la resa delle gomme auto senza che l’automobilista se ne accorga se non quando si mette alla guida, e a quel punto potrebbe essere troppo tardi. L’invecchiamento delle coperture è un aspetto che comporta un decadimento delle performance e quindi una perdita di efficienza, per questo è fondamentale conoscere l’età delle proprie gomme, attraverso il DOT che indica la settimana e l’anno di fabbricazione. Con il trascorrere degli anni, poi, aumenta il rischio di cedimento improvviso delle coperture, un evento imprevedibile e che perciò può verificarsi nel momento peggiore, causando di conseguenza non pochi problemi.

Cosa succede ad una gomma quando invecchia?

L’invecchiamento di un pneumatico lo rende più fragile, poiché si indurisce la gomma: ciò comporta un incremento del rischio di spaccature, rotture e lesioni, magari anche in seguito ad urti che una copertura “giovane” riesce ad assorbire senza problemi, ad esempio nel contatto con i bordi di una buca o con un marciapiede. La perdita di elasticità lo rende meno resistente e ciò avviene a prescindere dal chilometraggio: una gomma più recente con molti chilometri alle spalle può garantire più efficienza rispetto ad una più datata e usata in modo limitato, proprio perché è minore l’invecchiamento dei materiali che la compongono. Alla luce di ciò, dopo quanti anni una gomma va sostituita? In genere dopo 5-6 anni gli effetti del tempo iniziano a farsi sentire e quindi gli esperti consigliano di procedere alla sostituzione. Un pneumatico che ha raggiunto o superato i 10 anni va immediatamente cambiato, perché può rappresentare un serio pericolo per la sicurezza.

Pressione di gonfiaggio: quanto conta?

La rilevanza della pressione di gonfiaggio per la salute delle gomme e per la sicurezza alla guida non viene mai sottolineata abbastanza: è l’elemento principale che permette di mantenere i pneumatici in buona salute e soprattutto farli lavorare al meglio, per questo va controllata con regolarità per accertarsi che il suo livello sia sempre corretto, ovvero quello indicato dalla casa costruttrice della vettura per il modello specifico. Una gomma anche solo lievemente sgonfia perde di efficienza e soprattutto è più soggetta a guasti e rotture e non sarà in grado di assicurare l’aderenza di cui si necessita. Inoltre, soltanto quando è perfettamente gonfio un pneumatico è capace di reggere in maniera idonea il peso del veicolo, quando è sgonfio invece rischia di cedere proprio sotto il carico che non può più sostenere per via della pressione di gonfiaggio insufficiente.

Il controllo della pressione e il sistema TPMS

Tutte le vetture di nuova immatricolazione sono dotate di sensori TPMS – acronimo di Tyre Pressure Monitoring System – che appunto monitorano la pressione, segnalando prontamente all’automobilista quando una gomma si sgonfia. In questo modo si può intervenire con tempestività evitando di circolare con coperture non alla pressione corretta. In ogni caso sono consigliati i controlli periodici – ancor di più quando la propria vettura è datata e dunque non dispone di sistema TPMS – per far sì che le gomme abbiano costantemente la pressione giusta e possano così funzionare al meglio delle loro capacità, da effettuare all’incirca una volta al mese e sempre prima di mettersi in macchina per un lungo viaggio, occasioni in cui è fondamentale che i pneumatici siano al massimo dell’efficienza in modo da evitare imprevisti, poiché non si avrà l’opportunità di intervenire con prontezza.

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