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Pneumatici nuovi o ricostruiti: caratteristiche e differenze

Pubblicato in Pneumatici da , venerdì 18 maggio 2018 1

Pneumatici nuovi o ricostruiti: quali scegliere? Al momento dell’acquisto un automobilista può ritrovarsi davanti a questo tipo di scelta e non per tutti la decisione è facile. Fra gomme nuove e ricostruite ci sono sostanziali differenze di cui bisogna tenere conto, in primis perché c’è di mezzo la sicurezza alla guida. Cosa cambia tra i pneumatici nuovi e quelli ricostruiti? Innanzitutto il prezzo: i primi hanno un costo superiore perché – come si può intuire dal nome – sono nuovi, mentre quelli ricostruiti sono stati sottoposti ad un processo di rigenerazione e non possono essere definiti “nuovi”, pur essendo perfettamente efficienti. Per tale ragione i pneumatici ricostruiti si possono denominare anche rigenerati oppure ricoperti.

In che modo avviene la loro realizzazione? Quando il gommista sostituisce le coperture di un’auto, queste ultime possono essere riutilizzate attraverso un procedimento che prevede la rimozione del battistrada consumato e il successivo posizionamento sulla carcassa di un nuovo battistrada a sostituzione di quello vecchio. Tale operazione deve essere eseguita seguendo criteri ben precisi e stabiliti a livello internazionale tramite le normative ECE ONU 108 e ECE ONU 109, dopodiché il pneumatico rigenerato verrà sottoposto a prove e test per poter ricevere la necessaria omologazione. Si otterrà quindi una gomma pronta ad essere montata su una vettura e utilizzata e che dispone di un battistrada a tutti gli effetti nuovo, mentre la carcassa risulta usata e con un consistente chilometraggio alle spalle, dunque con un ciclo vitale per forza di cose inferiore rispetto ad un pneumatico nuovo, e questa è la seconda differenza che spicca fra le due tipologie di soluzioni.

Pneumatico rigenerato: pregi e difetti

I pneumatici rigenerati si basano sul riutilizzo di gomme con un battistrada giunto al termine del proprio ciclo vitale. Il loro processo produttivo prevede la selezione delle coperture che possono essere utilizzate una seconda volta, la raspatura del battistrada, la verifica delle condizioni della carcassa – con eventuali interventi di riparazione se necessari – l’applicazione del nuovo battistrada, il controllo di quest’ultimo e infine i test per ottenere l’omologazione. Il principale pregio di un pneumatico ricostruito è il costo inferiore rispetto ad una gomma nuova, logica conseguenza però di una qualità inferiore, che rappresenta il primo dei difetti. Un aspetto sicuramente a vantaggio delle gomme rigenerate è la maggior attenzione nei confronti dell’ambiente, poiché si riutilizza un pneumatico che altrimenti avrebbe esaurito il proprio ciclo vitale – pur potendo essere ancora utile – finendo classificato come rifiuto da smaltire.

Il ciclo di lavorazione è meno dispendioso e ha un impatto ecologico inferiore: per realizzare una gomma nuova sono necessari all’incirca 25 litri di greggio, mentre per una rigenerata ne bastano poco più di un quinto, ovvero 5,5 litri. Una differenza considerevole che aiuta a capire quanto le coperture ricostruite siano più “ecologiche” e rappresentino un peso minore per l’ambiente. Le procedure di riuso delle gomme che possiamo definire di seconda mano sono inoltre decisamente efficienti, poiché si riesce a rigenerare l’80% delle coperture sostituite dai gommisti e di ogni pneumatico ricostruito si utilizza circa l’80% della sua struttura originale, cambiando dunque solamente il battistrada. A livello energetico, per ricostruire una gomma si impiega grosso modo il 70% di energia in meno in confronto a quella necessaria per produrre un pneumatico nuovo. L’altro aspetto negativo principale è rappresentato dalla carcassa usata, che quindi non può garantire la stessa longevità di una copertura nuova proprio perché ha già percorso un significativo numero di chilometri e anche per questa ragione non sarà in grado di assicurare le medesime performance.

Cosa differenzia un pneumatico ricostruito da uno nuovo?

A livello estetico non ci sono differenze: le due tipologie di gomme si presentano allo stesso modo, tuttavia per legge bisogna specificare che un pneumatico è ricostruito, affinché l’automobilista abbia gli strumenti necessari a distinguere una gomma rigenerata da una nuova. Perciò sulla spalla della copertura, fra le altre sigle, si può trovare il codice 108 R – o 109 R – seguito da una serie di numeri; la lettera R sta appunto per ricostruito e il numero che la precede si riferisce alla normativa che è stata rispettata per la rigenerazione del pneumatico. Le gomme ricostruite possono essere sia estive che invernali o quattro stagioni, quindi non vi sono limiti da tale punto di vista per gli automobilisti intenzionati a scegliere coperture di questo tipo.

Tuttavia puntare su pneumatici rigenerati per la propria auto non è consigliato a tutti, nonostante questa soluzione sia perfettamente legale e non esponga al rischio di sanzioni amministrative; si tratta di un’opzione valida solamente per chi percorre pochi chilometri all’anno, e dunque potrebbe ottenere un risparmio acquistando gomme ad un costo inferiore. I percorsi dovrebbero poi essere non troppo impegnativi e le condizioni climatiche miti, in modo da non sottoporre pneumatici con una carcassa già usata ad uno stress eccessivo. Fra le automobili le gomme rigenerate sono poco diffuse proprio per via di queste limitazioni, nonché per il fatto che i pneumatici possono essere rigenerati una sola volta, al contrario delle coperture per camion che invece possono essere ricostruite fino a tre volte. In particolare sono i fuoristrada i mezzi in cui sono maggiormente presenti le gomme rigenerate, perché in linea di massima i chilometri percorsi da queste vetture sono inferiori in confronto a quelli compiuti da un’auto da strada.

Nuovo o ricostruito: cosa è meglio?

Vi sono pochi dubbi di fronte a questa scelta: per la maggior parte degli automobilisti l’opzione migliore è il pneumatico nuovo, poiché offre più garanzie e non deve sottostare ai vincoli cui sono soggetti quelli ricostruiti. La spesa è più elevata, è vero, ma lo saranno anche le prestazioni e la durata, a tutto vantaggio della sicurezza alla guida. Ciò non significa che i pneumatici ricostruiti non siano sicuri, ma soltanto che in determinate condizioni – ad esempio strada ghiacciata o innevata – possono risultare meno performanti rispetto alle gomme nuove. In fase di produzione, battistrada e carcassa nei pneumatici nuovi vengono costruiti insieme e non assemblati come avviene con le coperture rigenerate, per cui anche a livello costruttivo la qualità è superiore. Gli automobilisti più sensibili e attenti possono notare le differenze pure alla guida, poiché le gomme nuove offrono sensazioni migliori in confronto a quelle rigenerate, facendo pendere l’ago della bilancia decisamente a favore delle prime. La differenza di prezzo fra le due soluzioni è dunque pienamente giustificata: le gomme ricostruite arrivano a costare fino alla metà rispetto a quelle nuove perché offrono prestazioni inferiori, un’affidabilità non paragonabile, minor durata e range di utilizzo limitato con il quale bisogna fare i conti prima di mettersi alla guida.

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Commenti

by Vincenzo - 27/12/2018 alle 14:19

E stato detto di tutto, ma non è stato spiegato come posso riconoscere un pneumatico nuovo da uno rigenerato; ci sarà pure un qualcosa che mi fa individuare la differenza: per esempio quelle escrescenze piccole che sono sul pneumatico stesso a differenza da quello rigenerato. Grazie !!!


by DANIELE VENIER - 16/11/2020 alle 10:43

Buongiorno, volevo sapere se c'è un limite per l'età delle carcasse utilizzate per ricostruire le gomme e se, in presenza di quelle piccole fessurazioni che si creano sul fianco e dovute all'età, ci possono essere delle contestazioni in caso di controlli su strada o in fase di revisione del veicolo.